Abbiamo letto questo interessante approfondimento nell’ambito della moda e del design nel blog di Bruno Mafrici, imprenditore e consulente di Milano, a proposito del documentario che è sbarcato su Netflix dal 1° aprile, “I vestiti raccontano”. Esso va ad aggiungersi ai telefilm del tema già in onda sulla piattaforma streaming e di grande successo, quali “Emily in Paris” e “Gossip Girl”, allo speciale sulla vita di Jeremy Scott, al talent-show “Next in fashion” e ai molti contenuti che affrontano il tema della moda. “Worn stories” è il titolo originale in inglese e presenta due caratteristiche innovative: i protagonisti e i prodotti. Infatti, davanti alle telecamere non compaiono importanti fashion designer né figure di spicco con incarichi di direzione in negozi da copertina. Inoltre, non c’è una classifica con vincitori, né una giuria.
Infatti, “I vestiti raccontano” è un documentario nato come trasposizione video dei libri di successo di Emily Spivack. Quest’ultima, infatti, dal 2010 raccoglie le storie di personaggi noti, seppur non dimentichi le esperienze di persone normali. I suoi libri hanno al centro gli abiti, ma come oggetti legati a momenti speciali e, proprio per questo, conservati per sempre nel proprio guardaroba. L’abito diventa un segno distintivo dell’identità umana, prescindendo dal valore economico dello stesso o dal significato legato al suo possesso. Il documentario “I vestiti raccontano” è costituito da otto puntate, che raccontano storie opposte tra loro, ma legate dal grande valore che i protagonisti conferiscono ad un capo d’abbigliamento, seppur apparentemente semplice e di uso quotidiano. Questa produzione parte da una tesi, secondo la quale “abbiamo tutti delle storie legate a un capo di abbigliamento”, seppur, in modo simpatico ed ironico, i primi protagonisti ad essere intervistati sono una coppia di nudisti, che affermano di sentirsi bene senza indossare alcun vestito. Così, si susseguono storie davvero particolari, per cui un abito si lega indissolubilmente a persone, eventi, momenti speciali ed indimenticabili. Proprio la Spivack, presentando il documentario, ha affermato: “Volevamo raccontare una selezione trasversale di storie che rappresentano chi siamo, la nostra esperienza umana collettiva. Credo che a volte si presupponga che, dato che lo show è sugli abiti, avremmo parlato di moda. Volevo invece soffermarmi sul campo dell’abbigliamento e sul fatto che tutti indossiamo qualcosa ogni giorno. I confronti sono ciò che rende il documentario molto divertente e interessante, sperando suggerisca alcune riflessioni sulle persone e le storie che ci circondano di cui non abbiamo idea”.
Come conclude infine il consulente Bruno Mafrici, l’obiettivo più importante de “I vestiti raccontano” è quello di restituire le storie di persone comune, capaci però di catturare lo spettatore e in cui quest’ultimo può riconoscersi. Pertanto, questo documentario offre un contenuto sulla moda, seppur senza ricorrere a volti noti e famosi. Il punto forte, però, sarà proprio questo. Infatti, la quotidianità diventa il centro del documentario e questo elemento conferisce ancora più autenticità ai contenuti offerti.