Cos’è una rete di massima sicurezza internet? Qual è il ruolo sociale delle agenzie di stampa mondiali nel conflitto in Ucraina? Fashion e sostenibilità possono incontrarsi? Questi ed altri argomenti vengono affrontati nel blog di Cristiana Falcone, strategic advisor e independent director in TIM, che abbiamo avuto il piacere di contattare per collaborare con il nostro blog. Buona lettura!
La massima sicurezza nelle reti internet
Prima di parlare di sicurezza di rete è necessario comprendere cos’è una rete e quali sono gli elementi che la compongono. Questa è in effetti una serie di sistemi computazionali che vengono collegati da connessioni fisiche o wireless. Riuscire a garantire uno standard di sicurezza appropriato significa proteggere non solo i dispositivi ad essa collegata ma anche il perimetro della stessa. Naturalmente prima di parlare di sicurezza informatica è necessario comprendere le basi che permettono la trasmissione dei dati. In questo caso si parla dei protocolli di trasmissione ovvero il peer-to-peer ed il client-server. Sono abbastanza differenti tra di loro quindi è necessario comprendere bene questi concetti. I compiti nell’amministrazione della sicurezza della rete sono principalmente quello di proteggere le infrastrutture ed il traffico ed assicurare che l’ingresso agli assetti strategici della rete venga effettuato solo dagli utenti autorizzati.
Peer-to-peer e client-server: cosa sono?
Essendo la base di internet e delle reti in generale è necessario conoscere al meglio i metodi con i quali i vari dispositivi si connettono tra loro:
-protocollo peer-to-peer: è una struttura logica delle reti informatiche nella quale è assente la gerarchizzazione dei nodi come invece accade per gli altri tipi di protocolli. In questo caso quindi non esiste una vera e propria gerarchia ma ogni dispositivo può essere nello stesso tempo server e client. Si dà quindi la possibilità ad ogni nodo di effettuare transazioni complete;
garantire agli utenti la completa fruizione dei servizi offerti dall’azienda;
-protocollo client–server: si basa su un’architettura di rete nella quale un computer, client, si connette ad un altro, server, per usufruire di un servizio o per accesso ai file. Un aspetto molto importante è la trasmissione dei dati su canali protetti in modo da non rischiare di perdere informazioni sensibili durante il funzionamento dei servizi.
Quali sono gli elementi strategici della sicurezza delle reti?
La sicurezza, come ricorda Cristiana Falcone nel suo blog, della rete informatica passa per una serie di procedure che devono essere prese in grande considerazione per riuscire a mantenere la piattaforma in ottimo stato funzionale. Essendoci moltissimi aspetti per la sicurezza informatica è necessario prendere in considerazione alcuni aspetti necessari:
La Policy
La policy di sicurezza ha lo scopo di identificare tutte le regole e le procedure alle quali gli utenti, sia persone autorizzate sia gli utenti, devono fare riferimento per mantenere la sicurezza informatica nella piattaforma. Questo è un importante elemento per la sicurezza perché stabilisce le regole per un uso consapevole della struttura informatica. Ciò è necessario perché nelle organizzazioni i lavoratori, per portare a termine i propri incarichi, sono costretti ad adoperare un considerevole numero di applicazioni che potenzialmente potrebbero essere un serio pericolo per la sicurezza.
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L’Enforcement
Si basa sull’analisi di tutti i flussi di traffico di rete effettuata con lo scopo di preservare l’integrità, la riservatezza ed il mantenimento in ottimo stato di salute delle informazioni e dei sistemi sulla rete.
L’Audit
Questa fase è necessaria per ottenere un continuo miglioramento nell’attuazione della policy. Mediante questo processo si va ad incoraggiare la crescita continua chiedendo informazioni riguardo l’adozione della policy.
La sicurezza delle reti è un elemento necessario per mantenere i propri dati al sicuro La perdita dei dati potrebbe essere molto grave per la reputazione dell’organizzazione fino a perdere importanti quote di mercato.
Cosa significa ESG – environmental, social and corporate governance
L’approccio per valutare una società è molto specifico, ma anche molto complesso, per questo ci siamo avvalsi dell’aiuto di Cristiana Falcone, perché presenta una serie di obiettivi da raggiungere, che sono economici, sociali e ambientali. ESG è una sorta di etichetta che è stata adottata nel settore finanziario degli Stati Uniti, e che ovviamente viene utilizzata per misurare gli elementi relativi alla sostenibilità e all’impatto sociale di imprese o aziende.
Il termine ESG è stato utilizzato per la prima volta in uno studio del 2005: Who Cares Wins, in occasione di una conferenza che ha riunito per la prima volta investitori istituzionali, gestori patrimoniali, analisti, consulenti, enti governativi. Il movimento ESG, che è nato come un’iniziativa di responsabilità sociale, è diventato un fenomeno globale, che ad oggi rappresenta 30 trilioni di dollari di asset in gestione.
Come è cambiato l’investimento nel corso dei decenni
Rispetto al passato, una delle preoccupazioni principali degli investitori è la questione climatica. Nel momento in cui si sceglie di fare un investimento, infatti, spesso si tiene in gran conto della sostenibilità, così come della crisi climatica. La visione a lungo termine, in ogni caso, è al momento quella prevalente tra gli investitori, e dunque è impossibile ignorare le risorse e la diminuzione delle materie prime, un tema sempre più attuale e preoccupante. I criteri ambientali rimangono tra i più importanti da considerare, soprattutto sul lungo termine.
Oltre alla crisi climatica, ci sono anche delle preoccupazioni sociali da valutare in fase di investimento. Innovazione e diritti umani sono essenziali per qualsiasi investimento, così come la tutela dei consumatori. L’attenzione verso il consumatore è aumentata nettamente negli ultimi anni, così come il benessere degli animali, soprattutto per un aumento di vegetariani e vegani.
Come fare un investimento responsabile: cos’è l’RI e le strategie
Alla base del concetto di Environmental, Social and Governance troviamo in ogni caso un investimento responsabile, definito RI. Il concetto di RI è nato inizialmente come un’area di investimento di nicchia, ma è diventato sempre più preponderante sul mercato. I metodi di controllo dell’investimento responsabile sono diversi: per esempio, si effettua una selezione positiva, si valuta il voto strategico degli azionisti e il ruolo di consulenza, così come l’integrazione, includendo rischi e opportunità a seguito di un’analisi finanziaria.
Informazioni umanitarie per la crisi dei rifugiati in Ucraina
Quali sono gli aiuti offerti da Internews per la crisi dei rifugiati in Ucraina? Internews è alla ricerca urgente di fondi per sostenere la programmazione regionale in Moldavia e in altri Paesi che stanno offrendo aiuti concreti per rispondere alla crisi umanitaria. L’impatto della guerra sulle persone più vulnerabili è assolutamente da controllare: sono state anche effettuate delle stime per comprendere l’investimento, che dovrebbe essere di circa 2 milioni.
La situazione in Ucraina
Come ricorda con molto rammarico Cristiana Falcone, dirigente della sezione Media, Intrattenimento, Informazione e Sport del World Economic Forum, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina, abbiamo assistito a un’escalation di brutalità. Molte persone hanno perduto la propria casa, la propria vita. A causa dei combattimenti in corso nelle aree residenziali, oltre che dei bombardamenti alle strutture civili, ci sono attualmente 3,4 milioni di rifugiati, oltre che 12 milioni di ucraini che necessitano di aiuto umanitario.
Molti di loro hanno bisogno di servizi e di assistenza soprattutto dai Paesi vicini: la risposta ci deve essere e non possiamo voltarci dall’altra parte. Al momento è in corso uno sforzo di coordinamento per fornir servizi ai valichi di frontiera, soprattutto da parte dei Paesi limitrofi.
Come offrire aiuto umanitario con Internews
Qual è l’approccio di Internews per offrire un aiuto concreto alla popolazione ucraina? La risposta informativa l’abbiamo estrapolata ada un interessantissimo articolo di Cristiana Falcone, deve far leva sui media locali, ma anche sui creatori di contenuti digitali e sugli influencer dell’informazione, così da coinvolgere una comunità sempre più ampia. Internews, infatti, ha chiesto un sostegno per fonire alle persone in fuga dall’Ucraina un supporto continuo.
Oltretutto, Internews è presente in Ucraina da quasi 30 anni. Dal 2014, hanno scelto di costruire una relazione di fisica con gli organizzatori locali. Le loro risorse e gli approcci umanitari sono in grado di fornire informazioni salvavita, coordinate verificate per salvare la popolazione e offrire servizi e protezione.
Dal momento in cui scarseggiano informazioni sui servizi disponibili, gli ucraini non possono accedere al riparo, al cibo, ma anche alle forniture mediche o all’eventuale assistenza legale per attraversare le frontiere. La carenza di fonti di informazione è un problema, dal momento in cui non vengono soddisfatti i bisogni nell’immediato.
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Bisogna contrastare le campagne di disinformazione
Ad aggravare la mancanza di informazioni è certamente il dilagare delle cosiddette campagne di disinformazione. Una singola voce può fare la differenza: una comunicazione può salvare la vita di una persona, offrendo risorse, dignità, ma soprattutto il sostegno alle vite umane.
Cosa possiamo fare in concreto?
Internews ha scelto di appoggiare e sostenere i media nel rispondere alle esigenze dell’informazione per combattere la disinformazione. Principalmente, infatti, sono essenziali le iniziative per il fact-checking, il sostegno alla creazione e alla condivisione di contenuti per le popolazioni vulnerabili, una fornitura di supporto e la creazione di una rete di giornalisti per creare una linea di comunicazione sicura.
Global Fashion Summit Copenaghen Edizione 2022: la ricetta vincente per la sostenibilità
Quest’anno il Global Fashion Summit Copenaghen Edizione 2022 non solo è ripartito con un nuovo nome, nuovi obiettivi e una presenza fisica dell’evento dopo quasi due anni di distanziamento sociale, ma ha anche acceso i riflettori su un futuro più verde e sulla sostenibilità.
Molte aziende di tutto il mondo hanno rinnovato la loro partecipazione e il loro interesse per il summit.
E tra queste, oltre ad essercene molte (anche tra le stesse case di moda italiane) da sempre profondamente impegnate nella ricerca di un vero lusso sostenibile che rispetti l’ambiente, gli animali e il nostro pianeta, ce ne sono state molte che, nelle conferenze tenute durante la due giorni, hanno rivelato i valori che hanno permesso loro di svilupparsi nel tempo in un modo più ecologicamente sostenibile.
- La ricetta vincente per la sostenibilità delle aziende di moda presenti al summit danese
Al centro di ogni strategia, come rivelato dalla maggior parte delle aziende di moda presenti al Global Fashion Summit Copenaghen Edizione 2022, c’è il concetto di tempo. Ciò che è ecologico e sostenibile, infatti, è senza tempo, perché “eterno” e non di tendenza, ma allo stesso tempo durevole, sia da un punto di vista fisico, questo per quanto riguarda i materiali e la manifattura, nonché le sue potenzialità di riutilizzo, sia da un punto di vista puramente estetico, naturalmente, quindi dotato di un design adatto a ogni occasione.
Tra gli esempi di strategie ecologiche di successo, presentati durante l’evento, ci sono la creazione di piattaforme di e-commerce dove vengono vendute borse realizzate secondo i modelli di pelle delle passate edizioni e la creazione di applicazioni interne all’azienda per condividere e facilitare la gestione della sostenibilità e delle attività correlate.
- Il prodotto del futuro: progettato non per essere alla moda, ma per essere “eterno”
Anche il concetto stesso di prodotto è cambiato per molte case di moda. Se prima si tendeva a seguire le ultime tendenze, oggi molte aziende puntano a creare prodotti “eterni”, garantiti a vita e quindi indipendenti dalle stagioni, dalle tendenze e dai cambiamenti repentini della moda. Il fine ultimo di questa “nuova via”, almeno nelle intenzioni delle case di moda, non è solo quello di assecondare il desiderio delle persone di adottare uno stile di vita e un modo di vestire più ecologico e rispettoso del pianeta, ma anche quello di ridurre, per quanto possibile, lo spreco di acqua e la quantità di rifiuti che ogni anno finiscono nei nostri mari e oceani.
Chi è Cristiana Falcone
Cristiana Falcone vanta oltre 20 anni di esperienza professionale nella elaborazione di strategie ed implementazione di partnership per lo sviluppo del business maturata collaborando con i leader di aziende multinazionali (SONY, Shell, Revlon), interagendo con organizzazioni governative internazionali (ILO, IFAD, FAO, UNDCCP, IADB) e operando nel mondo dei media (Radio Televisione Italiana, Gruppo Espresso, Univision, Viacom).
Nel 2004 dirige la sezione Media, Intrattenimento, Informazione e Sport del World Economic Forum per poi diventare Senior Advisor dell’Executive Chairman e Fondatore che le affida in particolare la responsabilità dello sviluppo di servizi e prodotti innovativi e la valutazione del rischio geopolitico legato alle tecnologie emergenti.
Dal 2006 è CEO e membro del Consiglio di Amministrazione della JMCMRJ Sorrell Foundation che promuove iniziative innovative globali nell’ambito della salute, dell’educazione e della riduzione della povertà per il raggiugimento degli obiettivi UNSDG.
E’ membro dei Consigli di Amministrazione del Paley Center for Media, di Internews, della Tufts University, del Summit Institute e della Fondazione Guido Carli.